Nell’incontro di fine anno con i dirigenti sindacali di tutte le categorie Ugl, si sono affrontati i temi sulle tante vertenze aperte che interessano, in gran parte, l’ambito occupazionale del territorio siracusano.

“Dopo due anni difficili, per il Covid con effetti devastanti sul piano economico e sociale – dice il segretario Tonino Galioto – si sperava che eravamo usciti da una crisi, i dati all’inizio di questo anno sembravano in ripresa per l’occupazione, soprattutto per il settore Edile, ma l’incertezza della cessazione dei crediti causata delle procedure burocratiche non solo da parte delle banche ma anche da parte del Governo ha frenato tutte le attività. All’inizio del mese di marzo, la guerra Russia e Ucraina, dove l’Ue ha adottato una serie di provvedimenti sanzionatori nei confronti della Russia che si riflettevano sulla nostra economia. Al governo nazionale e al ministro Adolfo Urso, in particolare, desideriamo esprimere il nostro apprezzamento e plauso per la pronta soluzione adottata con il decreto che di fatto salva la Lukoil. Desidero dare atto al ministro Urso e alla compagine governativa di aver profuso ogni sforzo e di avere mantenuto gli impegni nella direzione della salvaguardia dell’importante polo industriale e soprattutto dei posti di lavoro. La Regione Siciliana dovrà lavorare accanto al governo nel mettere in atto tutte quelle misure e iniziative volte ad agevolare e garantire la sopravvivenza dell’impianto e i livelli occupazionali a rischio. Il governatore Schifani dovrà intervenire per continuare a lavorare su questo importante e delicato problema”.

Nonostante l’enigma di un clima incerto, sempre più italiani devono “fare i conti” (in tutti i sensi) con la povertà energetica, così definita dalla i nuclei familiari che non riescono a utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento d’inverno, quello di raffrescamento d’estate e, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono o utilizzano saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia (lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, micro onde, forno elettrico, etc.). quante famiglie si trovano in questa situazione; dati preoccupanti e certamente in aumento, considerando la crisi energetica scoppiata nel 2021 che prosegue corso di quest’anno. Un problema da non sottovalutare, che colpisce soprattutto il Mezzogiorno e le famiglie con a capo lavoratori autonomi.

“Siamo molto preoccupati, ovviamente, come lo sono tutte le famiglie e le imprese che stanno ricevendo in queste settimane delle bollette spaventose dal punto di vista delle tariffe – ancora Galioto – Questi aumenti stanno colpendo soprattutto gli artigiani e i commercianti, i piccoli imprenditori, perché circa il 70% di questi operatori lavora da solo, non ha né dipendenti né collaboratori, e questo vuol dire che stanno pagando due volte gli aumenti: da un lato come utenti domestici, le bollette che arrivano a casa per l’abitazione, e dall’altro come microimprenditori, le bollette luce e gas sui negozi e sui laboratori artigianali”. Una preoccupazione tangibile e ragionevole, che emerge dai fatti e ben noto a tutti, la profonda crisi che coinvolge molti settori che mettono a rischio chiusure centinaia di piccole e medie aziende soprattutto nel settore dove si registrano la maggior parte di perdite di posti di lavoro, inoltre si aggiunge il ritardo nei pagamenti da parte degli Enti pubblici che vanno oltre i termini previsti.

“Non si può vedere tutto roseo o con poche difficoltà. Il Governo Centrale e il Governo Regionale hanno ereditato una Regione allo sfascio dopo un anno di emergenze di qualsiasi natura, Enti Locali con grosse difficoltà, tanti comuni che dichiarano dissesto finanziario di tutta evidenza – conclude il segretario – Quei Settori che oggi sono produttivi risentono della crisi generale in modo esponenziale, con un urgente intervento legislativo che aiuti questi settori, noti agli addetti ai lavori, contribuendo a sostenere l’urto della crisi. Inoltre, voglio porre l’accento su quanto sia grave e poco responsabile che la Regione non è in grado di programmare fondi strutturali, sia per le infrastrutture e progetti vari, a fronte di una campagna pubblicitaria che riferiva di una ripresa economia e che si erano creati nuovi posti di lavoro. Una percentuale di giovani ( 25 /39enni) laureati siciliani che ha preferito fare la valigia verso le regioni settentrionali e l’estero si è gradualmente incrementata. Passando dal 21% al 28,2%. Un materiale umano di grande valore che la Sicilia perde a favore delle regioni che offrono più chance lavorative. Non è difficile infatti immaginare i motivi per i quali tanti giovani promettenti preferiscono lasciare la terra di origine per trasferirsi oltre lo Stretto. A livello provinciale, si contendono il fondo della classifica soltanto realtà meridionali. Non meno importante il settore forestale, riforma rimasta al palo del precedente Governo Musumeci, solo parole e promesse , con cambiamenti climatici alluvioni dissesti ambientali, quante somme per interventi , quando con nuova programmazione e tutela del patrimonio quanti danni si potrebbero prevenire a tutela dei cittadini le varie attività . Infine nella nostra provincia, il tasso di disoccupati oggi al 43%. Si prevede una perdita di circa 2.500 ulteriori posti di lavoro entro quest’anno (dati elaborati dal CGIA di Mestre) . Senza investimenti e programmazione questo dati non potranno migliorare”.

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