L’avviso che finanzia i percorsi  di Istruzione e Formazione professionale in Sicilia getta nel caos il settore, non tutela i lavoratori e pone seriamente a rischio l’avvio dell’anno formativo per i minori in obbligo scolastico.
A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia che torna sulla vertenza della formazione professionale aperta con la pubblicazione dell’Avviso pubblico allegato al decreto dirigenziale n.1438 dell’11 agosto 2022 che finanzia i primi anni dei percorsi indirizzati ai minori in obbligo scolastico.
L’esponente sindacale chiarisce: “Mentre nel resto d’Italia dare continuità ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati con modalità di apprendimento duale  significa contrastare il verificarsi fisiologico di abbandoni e di insuccesso formativo, in Sicilia no! Nella nostra regione si gioca una partita diversa.”
Il quadro è chiaro – rilancia Messina – perché nelle altre regioni le risorse, anche quelle del Pnrr, per i percorsi IeFP sono destinate ad accompagnare le persone, comprese quelle che presentano particolari situazioni di svantaggio o fragilità, in un percorso volto al miglioramento delle proprie competenze e all’ingresso nel mercato del lavoro, garantendo l’attenzione ai giovani, specie quelli a rischio di abbandono del percorso diritto/dovere. In Sicilia, invece, l’avviso pubblico allegato al decreto dirigenziale n.1438 dell’11 agosto 2022 è stato concepito per finalità che ancora oggi, a distanza di quasi due settimane dalla pubblicazione sul sito istituzionale, sfuggono agli operatori del settore.
Il sindacato Ugl, attraverso il suo segretario, si chiede: “Se l’obiettivo è quello di rafforzare il sistema duale al fine di rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro, promuovere l’occupabilità dei giovani e l’acquisizione di nuove competenze, contrastando abbandono e dispersione scolastica, l’assessore Aricò e coloro che hanno concepito l’Avviso-capestro dovrebbero avere uno scatto di stile e spiegare il perché dei tagli, dei vincoli, dei limiti introdotti che non hanno nulla a che fare con il rispetto dei principi generali del PNRR da cui  proviene una parte del finanziamento e con le finalità da raggiungere. Le classi pollaio e la patente a punti per la finanziabilità del progetto formativo rasentano il ridicolo, non esiste alcuna traccia in nessun territorio della Penisola.”
E se qualcuno, tra gli estensori dell’avviso-capestro, pensa che il problema è rappresentato dalla dimensione diversa del sistema IeFP in Sicilia rispetto alle altre regioni che implica un notevole impegno finanziario per la copertura dei percorsi di primo anno e per quelli della continuità didattica, il tema si infittisce di mistero – stigmatizza Messina . Che aggiunge “In ispecie, l’assessore Arico’ e coloro che hanno partorito l’avviso-capestro, dovrebbero spiegare al parlamento siciliano, alle istituzioni preposte al controllo ed all’opinione pubblica il perché della mancata applicazione della norma della legge regionale n.23 del 14 dicembre 2019 che ha come obiettivo proprio quello di calmierare l’esborso finanziario complessivo attraverso un meccanismo che fissa limiti all’apertura incontrollata di sedi didattiche senza una programmazione ed una preventiva rilevazione del reale fabbisogno didattico e d’impresa”.
Siamo davvero di fronte a un non senso  – spiega il Segretario regionale dell’Ugl – che dipinge la nuova linea politica inferta dal governo regionale come approssimativa, confusionaria e sicuramente lontana dalle aspettative delle famiglie dei minori in obbligo scolastico, degli operatori del settore ma soprattutto lontana dal quadro normativo nazionale e regionale di riferimento e che costringe 26 enti su 29 a dover ricorrere ai legali per impugnare l’atto amministrativo.
Il sindacato torna sul tema ostico del mancato rispetto delle norme con l’emanazione dell’avviso in questione: “E’ davvero il caso di ricordare all’Assessore Arico’  ed a coloro che hanno collaborato alla stesura dell’avviso-capestro – dice Messina – che l’articolo 33 della Costituzione introduce il principio che lo Stato garantisce l’istruzione attraverso le scuole statali e gli enti e istituti scolastici privati (Scuole dei Mestieri), che l’obbligo di istruzione sancito all’art. 34 della Costituzione, fissato per legge a 16 anni, e l’obbligo formativo, introdotto con la Legge n.144/1999 (art. 68), sono stati unificati con la Legge n.53/2003, nel diritto-dovere all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. E che il quadro normativo implica anche l’assolvimento dell’obbligo di istruzione nel sistema regionale di istruzione e formazione professionale di cui al Capo III del decreto legislativo n.226/2005, con percorsi di durata triennale e quadriennale per il rilascio di titoli abilitanti.”
L’ostinazione nel non voler convocare il Comitato per le politiche regionali della formazione professionale introdotto dall’articolo 17 della legge 23/2019 – ironizza il sindacalista – è coerente con il profilo assunto dall’assessore Arico’ sin dal primo giorno del suo insediamento. Difatti, coerentemente, disapplica la legge perché il comitato disciplinato dall’articolo 17 della citata legge regionale è nato proprio per “fornire  proposte in merito alla programmazione del sistema della formazione e sugli obiettivi delle politiche formative, oltre a svolgere la funzione di Osservatorio, avuto riguardo alle esigenze di mercato.
L’assessore Arico’, a meno di un ripensamento sulla “Via di Damasco” ha certamente battuto ogni record – conclude – sarà ricordato per esser riuscito in brevissimo tempo a riportare le lancette indietro a dieci anni fa, quando, nel settore, il contenzioso tra enti formativi e controparte pubblica la faceva da padrone fino al punto da far scoppiare nel caos il settore. In tal caso, si manderebbe in soffitta l’obiettivo del Pnrr e rischiando seriamente l’affermarsi definitivamente dell’oligopolio nel sistema regionale della formazione professionale.

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