Non ci soddisfano le affermazioni rilasciate alla stampa  dall’assessore Arico’ e semmai danno sostanza alle nostre critiche. Il mancato richiamo alla norma approvata dal parlamento siciliano non ha l’obiettivo di evitare possibili contenziosi ma quello di far chiarezza sulla modalità di assegnazione delle risorse pubbliche, da troppi anni concentrate nelle mani di pochi. L’assessore Arico’ ha perso la grande occasione di spiegare ai cittadini il perché della sua scelta.
Ed allora, anziché intavolare vani tentativi di difesa, provi piuttosto a chiarire ai siciliani il perché della disapplicazione di norme nazionali e regionali. Farebbe cosa saggia se ritirasse l’avviso.
Ci saremmo aspettati un balzo in avanti verso l’innovazione del settore con miglioramenti che avrebbero finalmente allineato, come previsto dal legislatore nazionale, le regole d’ingaggio delle scuole dei mestieri con quelle degli istituti statali di secondo grado sulle rendicontazioni, per esempio. Ed invece assistiamo al ritorno al passato con un avviso viziato da una visione miope che finisce con accontentare solamente pochi. Chi si è affrettato nelle scorse ore a sostenere le ragioni dell’avviso, dimentica che, in uno stato di diritto, le norme di legge vanno applicate e rispettate.
L’assessore Arico’ spieghi alle migliaia di famiglie siciliane il perché della costruzione di un avviso che obbliga alle classi pollaio e vieta l’avvio ai percorsi formativi di tutti quei minori non risultanti sul portale Sidi del Ministero dell’istruzione, così facendo si finirà col l’alimentare l’abbandono scolastico e la dispersione scolastica. A chi ha criticato nei giorni scorsi la posizione dell’Ugl sulla vertenza della formazione professionale, corre l’obbligo di ricordare che la centralità di cittadini e lavoratori e la difesa dei loro diritti appartengono alla storia del sindacato che ininterrottamente dal 1950 ne sostiene le ragioni.

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