Senza una guida politica dedicata al settore, senza una  programmazione delle attività formative per l’anno scolastico 2022/2023, la formazione professionale in Sicilia è ad un passo dal baratro. Si respira un’aria pesante che non vorremmo paragonare agli anni bui delle inchieste giudiziarie.

A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia che esprime tutto il suo disappunto per lo sconcertante silenzio calato sulla riorganizzazione delle attività del settore all’indomani delle dimissioni di fine marzo scorso dell’assessore regionale Roberto Lagalla, peraltro già annunciate trenta giorni prima. Un settore fuori dai radar nonostante le continue segnalazioni sulle tante criticità ereditate e l’attività di sensibilizzazione mai fatta mancare come sindacato verso le istituzioni regionali.

“Avvistiamo un pericoloso deragliamento –prosegue – che rischia di gettare  fumo sul futuro prossimo di migliaia di allievi e centinaia di lavoratori ed oscurare quanto di positivo nel settore si è riusciti a costruire negli ultimi anni con l’impegno del governo Musumeci per sostenere un’offerta formativa qualificata e con regole trasparenti che altrimenti non sarebbe arrivata fino alle famiglie”.

Ed arriva la precisazione di Messina “L’Istruzione e Formazione professionale è un settore normato a livello statale con una precisa funzione educativa, professionalizzante e sociale che è stata sempre osteggiata sul territorio dagli attori istituzionali locali, pur costituendo un valido argine all’abbandono ed alla dispersione scolastica, con la gestione dell’orientamento scolastico attuata con colpi bassi e scorrettezza”.

A parere del Segretario regionale dell’Ugl “La dispersione scolastica è una piaga sociale che, in prospettiva, comporta l’assunzione di costi elevatissimi per la società siciliana. Eppure tutti, in sinergia e senza pregiudizi, dovrebbero sbracciarsi per contribuire a contrastare il fenomeno visti i dati statistici che condannano la Sicilia ad essere fanalino di coda. Invece non è così, anche tra i protagonisti del comparto vi sono responsabilità perché negli anni il sistema, che non prevede un tetto di finanziamento complessivo per gli enti formativi con un oligopolio di fatto, ha foraggiato la nascita a dismisura e senza controlli di sedi avventizie e temporanee non sempre collegate con il territorio, senza verifiche appurate e preventive sulla consistenza dei locali, delle attrezzature e dei laboratori ed ha alimentato il ‘mercato delle vacche’, una sorta di perverso meccanismo che ha alimentato la nascita della figura del ‘procacciatore d’allievi’, una sorta di mediatore a disposizione per riempire le classi senza logica educativa irrompendo a gamba tesa nella delicata fase dell’orientamento scolastico”.

“Perché la dispersione scolastica per  taluni soggetti economici è considerata solo un’occasione di guadagno ed non una missione al servizio dei più sfortunati o in difficoltà – tuona Messina – e per altri, addirittura, costituisce puro esercizio del potere sul territorio, anche di stampo elettorale”.

“Il comparto non può sparire a causa  di questioni politico-elettorali che hanno fermato la macchina amministrativa  – conclude Messina – e chiediamo che si possa insediare prima possibile il nuovo assessore regionale della formazione professionale che avrà l’ingrato compito, in ‘zona cesarini’, di fornire gli indirizzi politici necessari ai vertici della macchina amministrativa per rimettere in moto il sistema e per addrizzare il comparto IeFP prima che imploda su se stesso pregiudicando quando di buono è stato fatto sino ad oggi dagli operatori. Il segmento IeFP negli anni ha dato le risposte ad alunni e famiglie colmando un vuoto lasciato da altre istituzioni deputate all’educazione”.

 

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