La clausola sociale negli appalti ad alta intensità occupazionale è salva. L’emendamento approvato il 12 maggio scorso in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera del Deputati, ripristina l’obbligo di clausola sociale nella legge delega in materia di appalti pubblici.

E’ sicuramente un fatto positivo che sottolinea la centralità della clausola sociale e quindi della tutela occupazionale nei cambi di appalto.

Come Ugl siamo stati i primi, sin dal 4 aprile, a lanciare dal Siracusa l’allarme sulla proposta di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici con riguardo alla modifica al Codice degli Appalti sulla clausola sociale e che ha visto impegnato il sindacato tutto per scongiurare un arretramento di democrazia.

Resta paradossale l’intera vicenda, però, dato che è stato necessario dover introdurre un emendamento ad hoc per ristabilire la correttezza di una norma che nel settore dei “Contact Center”, per esempio, ha garantito continuità occupazionale in molti cambi di appalto.

ln una fase in cui si cerca di aggirare la garanzia della continuità lavorativa nei cambi di appalto con  artifici e cavilli di ogni genere, soprattutto da parte di stazioni appaltanti di carattere pubblico, è necessario ribadire, con forza, che la clausola sociale rimane uno strumento fondamentale che non potrà essere ridimensionato o addirittura cancellato per volontà di forze mercatiste che puntano a seguire esclusivamente logiche di profitto senza considerare le conseguenze sociali delle loro strategie.

A dichiararlo Tonino Galioto, Segretario dell’Unione Territoriale del Lavoro di Siracusa.

 

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