Il Governo Nazionale tace di fronte ad una situazione di crisi senza precedenti. Nonostante i vari appelli, che rimangono nel vuoto,  per poter essere convocati e  istituire un tavolo per gestire l’emergenza, occorre una mobilitazione generale?

“Rischia la crisi la Lukoil di Siracusa se ci dovesse essere l’embargo sul petrolio russo, e un pericoloso effetto domino, potrebbe determinarsi sull’intero petrolchimico”. Vogliamo rilanciare ancora una volta l’allarme per una situazione già descritta, al limite di ogni possibilità. Da tutte le parti è stato chiesto al Governo Nazionale di “farsi carico della situazione critica, convocando subito un tavolo di confronto per prospettare le possibili soluzioni, se lo scenario ipotizzato dovesse diventare realtà”.

A dichiararlo Tonino Galioto, Segretario Territoriale dell’Ugl di Siracusa.

“Vogliamo ricordare che da quando le banche hanno chiuso a Lukoil le linee di credito, questa vicenda sta penalizzando il sistema industriale – aggiunge – la Lukoil acquista solo petrolio russo ma ad oggi, dalle sanzioni messe in atto, non figura la provenienza del petrolio e le navi continuano ad attraccare nei pontili e nel porto di Agusta, a differenza di altre forniture. Il blocco delle forniture determinerebbe dunque il fermo dell’impianto producendo uno squilibrio con ripercussioni in tutto il petrolchimico, sull’economia dell’area e di tutta l’isola al cui Pil il petrolchimico dà un grosso contributo. Occorre con tutti i mezzi evitare di trovarci impreparati di fronte alle possibili misure conseguenti alla crisi internazionale, discutendo subito sulle soluzioni da adottare.”

“Il futuro della zona industriale è seriamente compromesso – rilancia Galioto – perché le condizioni generali della nostra zona industriale destavano preoccupazione già negli anni precedenti, rimanendo esclusa dai fondi del Pnrr  per  il piano della transizione energetica e per una parte di essa, ed adesso l’Isab-Lukoil, essere il bersaglio delle sanzioni alla Russia ha certamente reso ancora più precarie le sue condizioni attuali, aprendo, di fatto, uno scenario di crisi economica, sociale, ambientale e occupazionale che dovremo tenere  presente, è l’analisi che vale quanto una fosca previsione per il futuro.”

Il Segretario Territoriale dell’Ugl della provincia di Siracusa ricorda i ripetuti richiami sulla vicenda: “In questi anni,  ma soprattutto nelle ultime settimane, abbiamo assistito al lancio di appelli, allarmi e richieste di tavoli tecnici da parte del governo regionale, della deputazione nazionale e regionale siracusana, dei sindacati e della associazione degli industriali. All’unisono si dicono tutti preoccupati per la crisi che attraversa il settore industriale, per il futuro nero che si prospetta, per l’impatto drammatico sull’occupazione e per il tracollo economico che subirà la nostra provincia.”

Sono preoccupazioni che condividiamo totalmente – afferma Galioto – i dati da evidenziare: più di 10mila addetti rischiano di perdere il posto di lavoro e il 50% del Pil provinciale andrà in fumo se la zona industriale chiuderà i battenti. La crisi ha origini lontane, assistiamo al ridimensionamento degli asset produttivi, al calo degli occupati stabili e all’aumento della precarietà nei nuovi assunti e alla chiusura di aziende che non sono riuscite a reggere il mercato; inoltre non si è visto nessun investimento economico sulla riconversione per rilanciarla nel mercato energetico europeo e mondiale.”

Il sindacalista rimarca le responsabilità politiche: “È mancata la governance politica, e la classe dirigente non è stata capace di ritrovarsi, unitariamente, su un nuovo modello di sviluppo in linea con le nuove strategie energetiche del paese. Il  Governo Nazionale deve trovare soluzioni, non è il caso di confidare troppo nel governo.”

Oggi si è tenuta una riunione concitata presso il Comune di Augusta per la grande preoccupazione che si respira rispetto al silenzio incomprensibile di Roma e dove si è istituito un tavolo tecnico permanente portuale a seguito di quello che si potrà verificare, per il sistema portuale e a causa della  Guerra Russo-Ucraina, come eventuale impatto sul cluster marittimo alla quale ha partecipato il Segretario dell’Ugl che ha riferito: “I Sindaci dell’area  industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa hanno deciso di inoltrare una richiesta al Presidente Draghi volta a convocare con la massima urgenza, un tavolo di crisi dove occorre trovare le soluzioni per salvare il sito industriale. È stata lanciata  eventuale mobilitazione dal basso, coinvolgendo cittadini e lavoratori e associazioni datoriali.”

Bisogna ricordare a chi governa – conclude Galioto – che questo territorio non può morire, dobbiamo con ogni mezzo rivendicare il diritto di esistere e pretendere il rilancio dell’industria nel suo complesso, nel solco della transizione energetica e del rispetto dell’ambiente. Per un distretto industriale rinnovato e all’avanguardia. Per  non sottovalutare il ruolo importante del Porto di Agusta, che si trova al centro del Mediterraneo.”

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