Il clima pesante che si respira intorno allo stabilimento Isab Lukoil dell’area industriale di Siracusa mette a rischio tre mila posti di lavoro tra diretto ed indotto.

A lanciare l’allarme Tonino Galioto, Segretario Territoriale dell’Ugl di Siracusa, che da settimane, insieme alla federazione Chimici con il segretario Peppino Furci e alla Segreteria Confederale regionale con il segretario Giuseppe Messina, sensibilizza le autorità istituzionali sui rischi reali e concreti di un default dell’area industriale del polo petrolchimico della provincia di Siracusa con impatto negativo sui livelli occupazionali, alimentati dagli effetti disastrosi della guerra russo-ucraina.

La guerra in atto ha certamente acuito la crisi e cambiato lo scenario futuro e la prospettiva di sviluppo del territorio mettendo in discussione anche gli stessi obiettivi generali dell’agenda relativa alla transizione energetica – prosegue il Segretario dell’Ugl siracusana –  ed anche se Lukoil, azienda di proprietà russa, non è interessata dalle sanzioni imposte nei confronti della paese, vede minacciato, comunque, il regolare svolgimento della propria attività imprenditoriale.

Il calo del volume d’affari della Lukoil nel Polo siracusano – spiega Galioto – coinvolge anche il Porto di Augusta e la sua stretta con le altre primarie aziende committenti del sito comportano il rischio di un effetto a catena che può compromettere l’operatività e la stabilità economica del tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese.

Chiediamo alle istituzioni politiche a tuti i livelli, nazionale e regionale – rilancia – interventi urgenti a partire dall’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni con esonero dal pagamento della contribuzione addizionale aziendale, analogamente a quanto realizzato per far fronte all’emergenza epidemiologica da COVID-19; dall’estensione per tutto il periodo di crisi della moratoria relativa ai termini di sospensione delle rate in scadenza per le imprese; dai finanziamenti a fondo perduto per le piccole e medie imprese che si impegnano a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali ed a fornire una garanzia in tema di impatto sui livelli occupazionali e mercato del lavoro; e da altre forme di agevolazioni per dare risposte ai due anni di regressione causati dalla pandemia, per di uscire dalle criticità e puntare su una fase di discontinuità e rilancio economico-produttivo che la guerra, nel cuore dell’Europa ha, invece, stoppato.

Le preoccupazioni dell’Ugl, espresse ripetutamente nelle settimane scorse, sono state raccolte dal governo regionale che con l’assessorato regionale delle Attività produttive ha programmato un incontro per il 4 aprile a Catania presso il palazzo delle Regione Siciliana per trattare le criticità riguardanti l’area industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa .

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