La nuova modalità di accesso alla Facoltà di Medicina è certamente una svolta epocale che pone fine ad un sistema iniquo e obsoleto che ha agevolato soltanto la nascita di strutture di formazione che nulla avevano a che fare con i percorsi universitari.
Siamo in attesa dei decreti attutivi e da parte della UGL siamo pronti ad offrire il nostro contributo per superare criticità o disparità come quelle in corso.
L’ampliamento dell’accesso agli studi medici in direzione di un progressivo allineamento con le esigenze del Sistema sanitario nazionale è una vera risorsa per il nostro Paese. Il blocco precedente ha creato un profondo disallineamento tra le reali esigenze e i medici disponibili tanto che abbiamo dovuto chiamare medici dall’estero.
Il progetto di Legge, seppur migliorabile, pone fine ad una iniquità inaccettabile. Servono subito decreti attuativi però.
In attesa, le Università private continuano a mantenere il test di ammissione al primo anno, come da vecchio sistema. Si crea così un doppio binario che non ci sembra né opportuno né giusto.
I due sistemi inoltre, prevedono differenti carichi di studio per le matricole, nel primo semestre. La nuova riforma prevede il raggiungimento di 18 CFU contro i 26 CFU previsti nei piani di studio vigenti fino all’anno accademico in corso.
I crediti mancanti andranno recuperati, ma quando? Così si corre il rischio che gli studenti delle Università private potranno conseguire il titolo entro i termini previsti mentre gli altri dovranno ancora recuperare.
Così Carmelo Giuffrida Segretario regionale UGL Sicilia e Raffaele Lanteri, Segretatrio Nazionale UGL Università, sulle nouove modilità d’accesso alla Facoltà di Medicina.