L’Unione Generale del Lavoro (UGL) ha avviato una mobilitazione nazionale il 27 e 28 settembre per promuovere l’iniziativa “Cento piazze per l’equità e lo sviluppo”.
Questa azione mira a porre l’accento sulla dimensione sociale della prossima Legge di bilancio, attraverso una serie di proposte chiave che si concentrano su aspetti cruciali per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali in Italia.
Le principali proposte avanzate dall’UGL includono:
1. Aumento di stipendi e pensioni: Questo sarà possibile tramite il taglio del cuneo fiscale, riduzione delle tasse sul lavoro, diminuzione della tassazione sugli aumenti contrattuali e rivalutazione degli assegni pensionistici.
2. Sostegno a famiglie e lavoro: L’UGL propone l’adozione del quoziente familiare, sgravi fiscali per l’assunzione di giovani, donne e categorie svantaggiate, supporto al reddito delle famiglie in difficoltà, oltre a interventi su scuola, sanità e politiche sociali.
3. Sicurezza sul lavoro: Per fermare le stragi sul lavoro, l’UGL suggerisce l’implementazione dell’intelligenza artificiale per migliorare la sicurezza, l’assunzione di ispettori, potenziamento dei controlli, formazione continua nella sicurezza e utilizzo delle risorse INAIL per interventi mirati.
In un contesto di incertezza economica che colpisce famiglie e imprese, l’UGL evidenzia la necessità di interventi governativi attivi per sostenere famiglie, salvaguardare l’occupazione e recuperare il potere d’acquisto dei salari. Le proposte dell’UGL rispecchiano le esperienze quotidiane di chi affronta difficoltà economiche e sociali.
Durante la manifestazione, la cittadinanza è invitata a esprimere le proprie necessità utilizzando QR code presenti sui volantini distribuiti, per fornire input e suggerimenti su proposte già predisposte.
L’UGL sottolinea anche che il 2025 sarà un anno cruciale per attuare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Queste azioni rappresentano un’opportunità fondamentale per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione e investire in infrastrutture nei settori sanitario, sociale ed educativo, contribuendo così a migliorare la competitività dei settori produttivi e a sostenere le aree periferiche e quelle con ridotta capacità produttiva e salariale.