Della sicurezza delle condizioni di lavoro a mare non ne parla mai nessuno, questo è il grido d’allarme delle Segreterie regionali di UGL Mari e Porti di Liguria e Sicilia  che intervengono congiuntamente sul tema.

Il Segr. regionale Ugl Mari e Porti Liguria Giorgio Vallone parla di disastro annunciato. Lo stesso Vallone racconta   ” l’inconveniente  capitato alla motonave Tenacia non lascia dubbi: lo avevamo annunciato segnalando costantemente  l’individuazione di guasti da parte del personale di bordo evidenziati sui libri di bordo sugli appositi  moduli ma il più delle volte rapezzati o ancora peggio, presso la società armatrice, alle nostre  richieste non ve ne era traccia. lo abbiamo detto più volte negli incontri col Comandante d’armamento Cecere il personale va  prima  di tutto, fidelizzato con la stabilizzazione del rapporto di lavoro, istruito costantemente anche con la formazione non obbligatoria, vanno gestite le informazioni a bordo attraverso l’utilizzo di personale comunitario e  formato costantemente”.

L’UGL denuncia Vallone “è fortemente preoccupata per la gestione delle emergenze, per la sicurezza del trasporto,  per la sicurezza dei viaggiatori e per la tenuta economica della Compagnia di Navigazione. Negli incontri che si sono avvicendati negli ultimi anni abbiamo, con fare costruttivo e partecipativo, più  volte messo in evidenza quanto rilevato dai nostri associati. Purtroppo l’arroganza e la presupponenza  hanno avuto la meglio.Conseguentemente ci rivolgiamo alla proprietà ed alla classe dirigente, nevessita un cambio di rotta urgente, siamo ancora in tempo, ciò è necessario per salvare la  Società ma soprattutto i posti di lavoro”.

Si aggiunge la Coordinatrice UGL Mare e Porti Regione Sicilia  Antonella Di Maio che spiega “la  stabilizzazione del lavoratore marittimo è un obiettivo da prefissarsi per il futuro. Il rapporto  sostanziale continuativo fornirebbe al lavoratore la certezza dei propri redditi e favorirebbe il  processo di armonizzazione tra il lavoratore e l’armatore. Connettere il rapporto sostanziale  marittimo alla normativa internazionale graverebbe il lavoratore marittimo italiano da tutti quei  problemi legati alla propria precarietà. La riforma del sistema vorrebbe dire maggiore  responsabilizzazione anche da parte delle aziende e minore accesso alla manodopera extra  comunitaria, la nostra federazione da oggi proterà avanti tre punti fondanti, stabilizzazione, formazione e sicurezza”.

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